Teatri

San Vito al Tagliamento

  • Auditorium Comunale Centro Civico

    Via Manfrin – San Vito al Tagliamento (PN)

  • Inizio spettacoli

    20.45
  • Informazioni

    tel. 0434 843030 / 0434 843032
    iat@sanvitoaltagliamento.fvg.it

Abbonamenti

ABBONAMENTI:

8 spettacoli con ►ALTRI LINGUAGGI
Interi €. 120,00
Ridotti €. 100,00
Ridotti studenti €. 50,00

8 spettacoli con IN SCENA!
Interi €. 115,00
Ridotti €. 95,00
Ridotti studenti €. 45,00
*Riduzione per over 65, under 25 e abbonati ERT

 

CAMPAGNA ABBONAMENTI ALL’UFFICIO IAT:
rinnovo abbonamenti:  da mercoledì 4 ottobre a domenica 15 ottobre:
nuovi abbonamenti: da mercoledì 18 ottobre a mercoledì 25 ottobre

ORARI: mercoledì e giovedì 15.30-18.30; venerdì sabato e domenica 09.30 12.30 e 15.30-18.30

Biglietti

BIGLIETTI SPETTACOLI:
Interi €. 20,00
Ridotti €. 17,00
Ridotti studenti €. 10,00

BIGLIETTI RASSEGNA IN SCENA!:
Posto unico €. 15,00
Ridotto abbonati €. 10,00
*Riduzione per over 65, under 25 e abbonati ERT

PREVENDITA:

  • All’Ufficio IAT: da giovedì 26 ottobre negli orari di apertura: mercoledì e giovedì 15.30 18.30 – venerdì sabato e domenica 9.30 12.30 e 15.30 18.30
  • In Teatro: la sera dello spettacolo dalle 19.45.
  • Online su ertfvg.vivaticket.it

SAN VITO JAZZ 2024:

INFORMAZIONI & BIGLIETTI

Scheda tecnica

Prossimi spettacoli

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Spettacoli precedenti

SAN VITO, DALLE ANTICHE ACCADEMIE AL NUOVO PUBBLICO

 

Diversamente dall’impressione odierna, alla fine del primo conflitto mondiale San Vito al Tagliamento era un centro di notevole importanza in Friuli: sviluppato, popolato, attivo, secondo soltanto a Udine. È naturale che in tale situazione fiorissero numerose imprese, non solo in ambito produttivo, ma anche culturale. Ne era esempio la Tipografia e Libreria dell’Amico del Contadino, sorta già nell’Ottocento. Testimonianza della vivacità culturale della città era anche la presenza del Teatro Arrigoni, nato come sala consiliare, ma già dal Settecento attestato come spazio teatrale, riconosciuto anche per la presenza di una filodrammatica e di un’orchestra formata da musicisti amatoriali e nobili dilettanti. Tra le due guerre la tradizione teatrale si mantiene, ma lo storico teatro cade in abbandono, seguendo così la sorte di molte altre strutture. Intanto viene costruito il Teatro Cinema Italia che può ospitare spettacoli teatrali, cinematografici e veglioni. Nel dopoguerra la sala inizia a programmare anche rassegne di prosa, grazie a un gruppo di filodrammatici che opera intensamente.

Nella loro attività incroceranno anche Pier Paolo Pasolini, che a San Vito aveva molti amici. Tra i ricordi di Rodolfo Castiglione, allora impegnato nei lavori del Teatro Sperimentale, si affaccia quello di un Pasolini recensore di un loro spettacolo, L’uomo del fiore in bocca. Purtroppo, di quello scritto di Pasolini non si ha più traccia concreta.

 

Il Teatro Cinema Italia e prime stagioni di prosa

Le attività dell’Associazione per la Prosa di Pordenone, e in particolare le rassegne di spettacoli, cominciano all’inizio degli anni Settanta, a coinvolgere anche San Vito e trovano un contatto in Angelo Battel che si occupa di teatro e gravita prima attorno al locale circolo di cultura e alla Pro Loco, poi nelle file dell’Amministrazione comunale.

La convergenza rappresenta un aspetto importante perché incarna lo spirito di quelle rassegne: basta un pranzo, all’inizio degli anni ‘70, a cui partecipano Renato Appi, Rodolfo Castiglione, Giulio Cesare Testa, Isidoro Martin per mettere in piedi, almeno sulla carta, il decentramento nella destra-Tagliamento. Il progetto si colloca in una
tradizione che vede la cultura come momento fondante dello sviluppo, in parallelo con l’attività delle società operaie per la solidarietà e l’appoggio alla popolazione (attività a cui era preposta, ad esempio, la Società Operaia di Mutuo Soccorso e d’Istruzione).

Quella forma embrionale di decentramento si inserisce tanto nella tradizione delle filodrammatiche tanto in quella delle società operaie, ma rappresenta anche una sferzata di contemporaneità, visti i temi affrontati: emancipazione femminile e denuncia sociale, sempre declinate con uno spirito libero e laico. Gli spettacoli offerti, alcuni frutto dei più innovati gruppi di produzione nazionale, sono molto più dirompenti di quanto si possa immaginare in un Friuli sonnacchioso forse, ma non bigotto.

Polo culturale a San Vito, agli inizi degli anni Settanta, è quindi il Teatro Cinema Italia che ospita le rassegne di prosa. La data da mettere in evidenza, in questo caso, è quella del 21 marzo 1973, con il primo spettacolo offerto qui dal circuito ERT, Amatevi gli uni sugli altri, tratto dall’opera di Jacques Prévert, protagonista Achille Millo. Nella seconda stagione, spiccano i nomi di Ilaria Occhini e Giorgio Gaber. I loro spettacoli hanno un’eco importante, perché sono colpi di novità in un paese sonnolento che ancora vive nel grigiore della depressione.

 

Terremoto e edilizia teatrale

Il terremoto del 1976 apre una serie di momenti difficili in tutta la Regione, per l’inagibilità di molte sale. A San Vito viene pianificata una nuova zona industriale e una nuova struttura edilizia intitolata a Hermann Zotti, emigrante sanvitese diventato benefattore. Il complesso comprende una mensa comunale, una sala per esposizioni e il centro civico, con funzioni di Auditorium, anche se nella progettazione della sala non viene coinvolta gente che ne sa di teatro’, com’era abituato a dire lo scenografo Sergio D’Osmo. L’architetto Lodovico Tramontin dello studio Samonà sviluppa autonomamente un progetto che verrà completato nel 1977. Da subito ci si rende conto dei problemi tecnici: un palco con scarsa profondità, un sipario poco funzionale, l’assenza della cabina di proiezione.

Sono situazioni diffuse in molte altre sale del Friuli, che impegnano Castiglione e Martin in frequenti sopralluoghi, per ovviare ai comuni problemi di edilizia teatrale.

Tanto che le due repliche di I Turcs tal Friûl (nel 1976) con la regia di Castiglione vengono ospitate nell’aula magna dell’Istituto professionale di Stato. L’Auditorium del Centro Civico Zotti viene però risistemato per accogliere dapprima sporadiche serate, poi per riavviare le rassegne di prosa. Assieme a Battel, Castiglione le programma con la concretezza che gli deriva dalla conoscenza del panorama teatrale italiano, ma anche da una particolare capacità di visione, che sa collocare nelle piazze giuste spettacoli adeguati, magari in una logica di innovazione. In quel momento il motto è entusiasmo. Diversamente da oggi, quando a prevalere è un’altra parola d’ordine: organizzazione.

In quel post-terremoto San Vito decolla anche dal punto di vista dei servizi culturali resi alla popolazione e inizia il restauro di numerosi edifici storici della città, pur senza fondi stanziati specificamente, in quanto la città non aveva patito conseguenze gravi dal disastro.

 

Il nuovo Antico Teatro Sociale GianGiacomo Arrigoni

Decisione importante è quella di ridare vita anche allo storico teatro, l’Arrigoni che si affaccia sulla piazza principale. L’antica loggia comunale, realizzata alla fine del Trecento, era il luogo preposto al consiglio comunale e proprio questa fisionomia di spazio pubblico, laico quindi libero, già alla fine del Cinquecento, incoraggiava la nascita di diverse Accademie. L’attività si era via via sviluppata, tanto che nel Settecento la sala era stata strutturata a palchetti, per dividere il pubblico dei nobili dal “popolazzo”.

Perduto l’edificio, ne rimaneva l’invaso che nei primi anni del Duemila, in occasione del restauro, ha permesso una ricostruzione fedele, grazie al ritrovamento della struttura dei palchetti in pianta. La sala viene così reintitolata a GianGiacomo Arrigoni, compositore sanvitese che aveva portato l’opera italiana a Vienna alla fine del Cinquecento, mentre l’onore dell’inaugurazione, nella stagione 2003/04 spetta a uno spettacolo dedicato a Brecht da Adriana Asti. A San Vito ora convivono due sale teatrali: l’Auditorium con le risistemazioni degli anni ’90, da circa 420 posti e la funzionale struttura a ventaglio, e l’Arrigoni, con 210 posti e il suo carattere settecentesco di piccolo teatro all’italiana. La città conserva inoltre un buon rapporto di collaborazione con le compagnie di teatro amatoriale, riconoscendo loro l’importanza di momento di aggregazione e divulgazione della cultura.

 

Angelo Battel

già responsabile dell’Ufficio Beni e Attività Culturali del Comune di San Vito al Tagliamento