I suppose it’s real (studio)

Compagnia Ariella Vidach – AiEP / Michela Silvestrin

Di e con: Michela Silvestrin

Musiche: Orphan Swords

Disegno luci: Daniela Bestetti

Con il sostegno di: Compagnia Ariella Vidach AiEP

Progetto selezionato nell’ambito delle residenze NaoCrea2019

 

Deep Purple Rain Man on Fire Fox Trot

Atacama / Giovanna Rovedo

Coreografia e danza: Giovanna Rovedo

Elaborazione sonora: AnzwArt

Progetto ospitato in residenza presso: La Scatola dell’Arte, Roma, The Space: Bkollectiv / Abel Navarro-Berlino, La Stalla-Fanna, Ortoteatro-Cordenons

Produzione: Compagnia Atacama

I suppose it’s real (studio)

 

L’ambiente dell’essere umano è una somma delle realtà vissute da altri umani prima di lui. Dopo la completa perdita dell’istinto, l’evoluzione verso la quale l’umanità si muove prescinde da valori dettati dall’era della tecnica. Il senso dell’essere si basa sui servizi che la tecnologia offre: distanze che si accorciano, tempi velocizzati, prestazioni magistrali; impossibile che diventa possibile.

Perché, dunque, l’uomo ha fatto della tecnica un Dio? La risposta si trova indagando la sua natura.

La dimensione animale e quella tecnologica convivono in un unico spazio, la creatura ibrida vive e si trasforma con e per l’intervento dell’oggetto tecnologico. Il corpo umano, la testa di animale e i monitor fanno parte dello stesso “corpo uomo” che sta attraversando il momento più delicato della sua evoluzione.

 

A seguire

Deep Purple Rain Man on Fire Fox Trot

 

L’idea del tempo nell’uso comune viene considerata:

. nel suo fluire, pensando al procedere della vita; qualcosa che si potrebbe chiamare naturale;

. nel suo essere codificato, pensando alla scansione di esso presente nella vita; qualcosa che si potrebbe chiamare convenzionale.

 

Il corpo in questa ricerca viene stimolato da una serie di informazioni provenienti dal mondo animale. Viene messo alla prova nel suo ritmo e nella sua relazione con la sempre presente codificazione numerica degli istanti. Quasi come un dialogo a due vengono affrontate questioni fisiche e spaziali che si riferiscono inevitabilmente al concetto di durata. A come essa viene assorbita da ossa, muscoli e organi e a come essa viene trasmessa attraverso la scena.

La ricerca accade muovendosi all’interno di dinamiche e qualità ritrovate, riscoperte e ricavate appoggiandosi al bagaglio teorico presente.

Grazie all’ausilio drammaturgico e strutturale di suono e video, si cerca un terreno confortevole per agire il risultato della ricerca che prende forma durante il suo stesso avvenire.

Il progetto vuole mostrare la differenza tra la possibilità di codificazione, comunione e libertà che vengono racchiuse all’interno del comune sentire rispetto al contenitore del tempo nel corpo.

Date
precedenti

21/05
2021
Ore
20.30
Udine – Lo Studio
Lo Studio

Via Fabio di Maniago, 15
Udine

Informazioni

Lo Studio — Centro di formazione di danza contemporanea

Prenotazione obbligatoria mandando un messaggio al numero (+39) 345 768 0258

E-mail: info@arearea.it

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