Omar Manini
Omar Manini

Educatore socio-pedagogico e giornalista pubblicista, collaboro con scuole e magazine culturali allenandomi alla scrittura. Nato cinefilo, sono diventato grande appassionato del palcoscenico: adoro lasciarmi incantare dal suono delle parole, dall’incontro degli sguardi e dal peso dei silenzi. Da anni seguo le stagioni ERT di prosa e teatroescuola 0-18 per presentazioni, interviste e recensioni.

Peli, storia dell’orso che non lo era è la storia di un orso che, svegliandosi dal letargo, non ritrova più il suo bosco (“Sto sognando?!”) e in poco tempo viene assoldato come operaio nella nuova, grande fabbrica costruita al posto degli alberi. Inizia così la sua disavventura, costretto a lavorare alle dipendenze di Olga, l’arrogante e insensibile proprietaria dell’azienda. Un’azienda che si dichiara ecologicamente all’avanguardia, attenta all’ambiente, ma costruita, oltre che sulle ceneri del bosco, sulla contraddittorietà (“Benvenuti nella mia fabbrica, la più moderna, più sofisticata, più innovativa del mondo! Produciamo infradito per i pinguini visto che il clima è cambiato”) e sullo sfruttamento delle persone.

Peli è uno spettacolo semplice e diretto, nel senso più buono del termine: non ci sono effetti speciali o elaborazioni manieristiche, né nella messinscena né nella scrittura; tutto è palese e rivelato e questo contribuisce al piacere di trovarsi a vivere un’esperienza dai contorni favolistici, ma aggiornata con un clima cartoonesco, anche grazie alla verve dei protagonisti.

Lo scontro uomo/natura, l’attenzione al rispetto dei diritti degli esseri viventi – animali o uomini che siano – e la sensibilità verso le tematiche ecologiche e le energie pulite e rinnovabili sono veicolati attraverso una storia scorrevole, resa godibile e coinvolgente da numerosi siparietti comici che si rifanno alla slapstick e alle dinamiche clownesche; il piccolo pubblico viene spesso coinvolto attraverso domande retoriche, piccoli giochi, ingressi in platea, addirittura un referendum.

Le dinamiche interne tra i due personaggi – dalle quali emerge un bel feeling tra i due attori – e a quelle con la platea sono fluide e narrativamente sostenute/amplificate anche dall’attenzione alla cornice musicale che spazia dalle atmosfere oniriche/sognanti di Wilhelmj/Bach (Aria sulla quarta corda) a quelle trascinanti di Sérgio Mendes (Mas que nada) o energiche dei The Chemical Brothers (Believe).

Peli è uno spettacolo che accompagna i bambini con il suo linguaggio sempre chiaro o chiarito (il lessico più “tecnico” viene sempre spiegato) al piacere del teatro e all’importanza di ascoltare e guardare con curiosità, empatia e spirito critico la realtà, soprattutto in un’epoca in cui la sostanza espressa è sempre più incoerente o posticcia; è un percorso allegro e divertente che tocca tematiche di capitale importanza e le consegna alla sensibilità degli adulti che li accompagnano e a un necessario sviluppo della riflessione anche a scuola.

[Foto di Omar Manini, Castions di Strada]

Informazioni sullo spettacolo

tratto da “L’orso che non lo era” di Frank Tashlin
regia e drammaturgia Walter Maconi
con Olga Mantegazza e Gregorio Maconi
collaborazione artistica Andrea Ruberti
costumi e oggetti di scena Olga Mantegazza
responsabile tecnico e disegno luci Paolo Fogliato

produzione: Pandemonium teatro (Bergamo)

  • teatro di narrazione
  • 55 minuti
  • dai 5 anni
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