C’è grande soddisfazione anche all’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia all’indomani della firma del protocollo d’intesa tra ANCI – l’associazione dei Comuni italiani – e ARTI – l’associazione dei circuiti teatrali italiani. Il protocollo, tra i vari aspetti, attribuisce ai circuiti un ruolo di assoluto rilievo nella risocializzazione dei cittadini e definisce le sale teatrali come dei sicuri presidi culturali di prossimità. “Era un documento molto atteso – spiega il direttore dell’ERT, Renato Manzoni – ed è molto importante perché dà ancora più valore alla nostra attività sul territorio a cui viene attribuita una valenza non solo culturale ma anche sociale; in questo difficile momento di ripartenza, il testo ribadisce anche l’assoluta sicurezza con cui si svolge l’attività teatrale”.

Nel protocollo firmato in sede AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo si legge come “ANCI e ARTI collaboreranno per favorire e sensibilizzare la riattivazione della socialità attraverso lo spettacolo dal vivo quale aspetto fondamentale della cultura, identità nazionale e bene culturale insostituibile proprio in questo momento dove combattere la pandemia è una priorità ma conseguentemente si apre la necessità di immaginare un futuro”.  
“I Circuiti Teatrali – prosegue la nota – in stretta collaborazione con le Amministrazioni Comunali, non hanno mai smesso di progettare e di agire anche con i teatri chiusi ideando iniziative di avvicinamento anche di un nuovo pubblico per prepararsi alla ripartenza”. 

“Prioritario – prosegue il testo – il rispetto delle norme di prudenza che si sono susseguite e che hanno dimostrato sia nell’estate 2020 sia in quella corrente come l’applicazione rigorosa non abbia prodotto alcun contagio”. “Con l’accordo istituzionale firmato si intende velocizzare il processo di ritorno alla normalità che i presidenti Antonio Decaro (ANCI) e Pierluca Donin (ARTI) hanno fortemente voluto per i propri associati, favorire l’innovazione tecnologica per l’accesso allo spettacolo, sensibilizzare al riequilibrio dell’offerta nazionale e il rinnovamento del valore dei teatri periferici che svolgono una funzione necessaria e insostituibile”.