I mille fili di Arianna
Omar Manini
Educatore socio-pedagogico e giornalista pubblicista, collaboro con scuole e magazine culturali allenandomi alla scrittura. Nato cinefilo, sono diventato grande appassionato del palcoscenico: adoro lasciarmi incantare dal suono delle parole, dall’incontro degli sguardi e dal peso dei silenzi. Da anni seguo le stagioni ERT di prosa e teatroescuola 0-18 per presentazioni, interviste e recensioni.
Alcune volte conviene partire dalla fine e/o guardare quello che è stato attraverso i comportamenti e le parole degli altri, uscendo un po’ da se stessi.
E la risultante de I mille fili di Arianna by Arearea è un pubblico assorto che, dall’inizio alla fine, segue lo svolgersi e l’avvolgersi di questo legame amoroso a passo di danza. Le domande conclusive, accolte dagli attori/danzatori e dalla coreografa Marta Bevilacqua – artista capace di essere incredibilmente affascinante sia con l’espressione artistica di sé, sia con la riflessione meditata sulle cose – riescono a sollecitare molte riflessioni interessanti. L’ultima, rivolta ai performer, “ma voi due state insieme?” sembra la più banale del mondo e, invece, dice tanto sul clima di complice intimità che è nata sul palco e ha avuto la capacità di accarezzare il cuore dei ragazzi.
I mille fili di Arianna iniziacon Teseo in platea che ricerca la sua Arianna, fino all’incontro che si compie sul palco: un’unione che si fa danza, armonia, equilibrio, sottolineato da note di un idiofono dal gusto meditativo e orientale. Il successivo balletto tra i due si snoda attraverso lo svolgersi del filo rosso dei sentimenti e di quello luminoso della vita che si fanno immediatamente abbraccio, volteggio, vicinanza, sorriso.
Ad un certo punto, l’Arianna sognata, idealizzata, trattenuta non c’è più: in un cambio di clima musicale (battiti profondi e disturbanti) e di luce, appare il cornuto Minotauro – stupendi gli abiti creati da Ilaria Bomben – che perde quasi subito i suoi iniziali tratti disturbanti per recuperare quelli grotteschi. Tra Teseo e il “mostro” l’incontro vive costantemente in direzione antitetica di odio/amore e ricerca/separazione, incarnata benissimo nel gioco seduttivo delle note di un tango. In sostanza, Arianna e Minotauro sono solamente due momenti della stessa persona, come ci suggerisce magnificamente Marta Bevilacqua; solo la comprensione di entrambi permette un abbraccio dal sapore tondo, pieno, condiviso, sottolineato da una nuova vicinanza di spazi/oggetti e dagli strumenti a fiato.
Ecco, una delle caratteristiche più belle di questo spettacolo è sicuramente la sua delicata leggerezza, che sa levarsi e farsi respirare pienamente dai ragazzi. È un quadro di sguardi e scorci sull’intimità dei rapporti umani che, leggero come il battito d’ali di una farfalla, vola tra le pieghe della vita, tra strappo e rinascita, suggerendo ricerca, accoglimento, ascolto e trasformazione come momenti di felicità e crescita intrapersonale e interpersonale. Merito anche della freschezza interpretativa di due bravissimi performer, Andrea Rizzo (Teseo) e Angelica Margherita (Arianna/Minotauro); quest’ultima sorprendente nell’alternare in modo sottile e compiuto le spinte eccessive del mostro e la sottrazione realistica di Arianna, per cogliere ogni pulsione, spesso contraria e/o contraddittoria, dell’animo umano.
Ne I mille fili di Arianna ci sono poche parole, anch’esse usate per la loro capacità di resa musicale (come la filastrocca iniziale), ma ogni cosa viene detta attraverso il gusto dell’elemento coreografico guidato da una scrittura che fa intuire il sensibilissimo approccio di ideazione dello spettacolo e di riferimento al pubblico.
Sarebbero molti i momenti da sottolineare e che, in tre quarti d’ora, sanno regalare un condensato altissimo di bellezza e di vita; tra questi indico la poesia straniera che viene inserita nella puntualissima colonna musicale di Walter Sguazzin, che esemplifica magistralmente un concetto fondamentale sull’esistenza: anche senza le chiavi della lingua, ci basterebbe seguire il linguaggio dei corpi e la danza delle anime per avvicinarci e appagarci l’un l’altr*.
[Fotografie di Sabrina Alsido]
Informazioni sullo spettacolo
coreografia di Marta Bevilacqua
creazione e danza: Angelica Margherita, Andrea Rizzo
elaborazione musicale: Walter Watta Sguazzin
scenografia tessile e costumi: Ilaria Bomben
consulenza drammaturgica: Bobo Nigrone
disegno luci: Stefano Bragagnolo
illustrazioni: Nancy Rossit
produzione: Compagnia Arearea / Onda Teatro
danza
durata: 50 minuti
dagli 6 anni