Storia di un no


Omar Manini
Educatore socio-pedagogico e giornalista pubblicista, collaboro con scuole e magazine culturali allenandomi alla scrittura. Nato cinefilo, sono diventato grande appassionato del palcoscenico: adoro lasciarmi incantare dal suono delle parole, dall’incontro degli sguardi e dal peso dei silenzi. Da anni seguo le stagioni ERT di prosa e teatroescuola 0-18 per presentazioni, interviste e recensioni.
Storia di un no racconta la storia di una adolescente che vive sola con il padre: le giornate con le amiche, i piccoli (?) problemi quotidiani legati all’età, il rapporto genitori-figli, le amicizie 2.0 e il mondo là fuori, che diventa all’improvviso desiderio di scoperta, di affermazione, di conoscenza, di confronto e di conforto.
“Le emozioni spesso arrivano prima delle parole che servono a spiegarle…”, così inizia il nostro viaggio teatrale: gli attori si dividono in uno scambio continuo e fluidissimo tra la narrazione di quello che avviene fuori scena (dentro cuore/mente dei personaggi e nelle necessarie ellissi) e l’interpretazione diretta di quadri della quotidianità (le mestruazioni con le conseguenti dinamiche tra adulto e figlia; le mattinate a scuola; il primo bacio; …). Il linguaggio giovanile usato non è mai artificioso e luci e musiche collaborano a sottolineare, di volta in volta, i toni narrativi o situazionali ricreati. Splendida l’attenzione ai dettagli: anche i semplici passaggi della musica ascoltata dalla protagonista regalano un senso di forte autenticità.
Storia di un no è imperdibile e lo è per numerosi motivi. Innanzitutto, assolve egregiamente al suo compito di essere uno spettacolo bellissimo: è una veloce altalena emotiva che condensa, dilata, e ribalta – costantemente – divertimento e riflessione, accelerazioni, con parentesi delicate e intime, commedia e impegno.
Sul palcoscenico non ci sono orpelli, lo sfondo è completamente spoglio, riempito solo da corpo-voce-fisicità e relazione dei due protagonisti che, facendo uso solo di loro stessi, si moltiplicano e rendono quel piccolo e vuoto spazio scuro un carosello meravigliosamente popolato. Personaggi che, con piccole pennellate minuziosamente cesellate in fase di scrittura e calate sui protagonisti con qualità sartoriale, diventano persone riconoscibili e costruiscono le credibili fondamenta di una storia che trascina lo spettatore nel suo vortice; una storia di disorientamento, di crescita e di presa di coscienza; una sorta di specchio in cui ci si può riconoscere e rileggere, una puntuale e azzeccatissima mise en abyme del quotidiano che viviamo o che, comunque, riconosciamo. Per questa eccellente resa, grande merito va dato a due a(u)ttori – Annalisa Arione e Dario de Falco – che fanno respirare i loro Martina, Alessandro (e tutti gli altri), facendoli diventare un po’ tutti noi che guardiamo, e al prezioso movimento scenico studiato da Annalisa Cima.
Grazie a loro Storia di un no trascende e travalica l’apparenza dello spazio finzionale per diventare parte di noi, proiezione (anticipazione, modello) dei nostri stessi dubbi, desideri, pudori, timori, slanci, rispondendo sia al disorientamento dell’essere figli, sia a quello di essere adulti/educatori.
Storia di un no, dicevamo è bellissimo, ma è anche importante perché comunica, scuote e colpisce nel segno. A un certo punto la bellezza della storia d’amore viene incrinata dalla debolezza emotiva di Alessandro; una fragilità che si trasforma in rabbia/gabbia per entrambi e che rischia di farli affogare tra dolore, pietismo, sensi di colpa, ma che viene ribaltata e spalancata dall’istintiva forza di Martina e di un “No!” urlato potentemente a sé stessa e al mondo. Un “no” che, inaspettatamente, non sarà solo la fine di qualcosa, ma un nuovo punto di partenza che porterà entrambi alla salvezza, contagiando positivamente anche gli altri.
Storia di un no ci invita così a non rimanere imprigionati nella paura o nella dittatura delle emozioni e a urlare il nostro bisogno di ascoltarci ed essere ascoltati.




Informazioni sullo spettacolo
di e con Annalisa Arione e Dario de Falco
musiche di Enrico Messina
in collaborazione con: Annalisa Cima – movimento scenico
produzione: Compagnia Arione de Falco
- teatro di prosa
- 60 minuti
- dai 12 anni