coreografia di Simone Repele, Sasha Riva
musiche di J.S.Bach, D.Haugaard, V.Wesenlund, Folkstow, Adamson & Vaggvisor, D.Lang, Everando, I.Nielsen, Antony & The Johnsons, M.Richter
con Sasha Riva, Simone Repole, Silvia Azzoni, Jamal Callender, Christine Ceconello
produzione: Compagnia Riva&Repele
in collaborazione con:
Una storia vera. Una vicenda privata e intima che, in realtà, appartiene a ognuno di noi.
Questo racconto apparentemente lontano è invece più vicino di quanto possa sembrare grazie all’interpretazione e alla scrittura coreografica di Sasha Riva e Simone Repele che esplorano il demone dell’insoddisfazione umana, il bisogno di accettazione che ognuno di noi pretende da se stesso e quel senso di inadeguatezza che spesso prende il sopravvento.
Questa è la storia del pittore paesaggista Einar Wegener e della moglie, la ritrattista Gerda Wegener: viaggio di trasfigurazione e di metamorfosi raccontato da un ironico mattatore/narratore, deus ex machina che, come una sorta di burattinaio, snocciola passo dopo passo questa incredibile vicenda oggi interpretata attraverso la magica lente della danza e della coreografia, dopo essere stata affrontata in un libro e in una pellicola cinematografica.
Nella narrazione chiara e leggibile, caratteristica peculiare delle pièce di Riva&Repele, si affacciano in Lili Elbe Show due piani di realtà: il racconto della vicenda di Einar che, nell’ansia di ricerca della propria identità diventerà Lili e il livello della fiaba, degli “spiriti”, dei “fantasmi” che intorno a Lui/Lei si aggirano. Una “petite femme fatale” scolpisce fin dall’inizio l’anima nuda di Einar ma è anche l’immagine della figlia desiderata che Gerda e Einar non sono mai riusciti a concepire seppure spinti da un profondo e controverso desiderio di genitorialità. Sulla scena una cornice senza specchio rappresenta uno “stargate”, un passaggio segreto che porta a questa dimensione altra, dove si scatenano le visioni dei sogni e dove la “petite femme” è già Lili: sagoma fedele delle emozioni più intime di Einar.
La cornice riprende quindi anche la figura forte e carismatica di Gerda che, compassionevole, sostiene il marito nella ricerca e nell’affermazione della sua identità finale: è lei l’artista che sulla tela ha saputo disegnare l’immagine esatta di Einar vestito da donna e sono proprio questi i quadri che l’hanno resa famosa. L’altra figura senza nome, ma dalla forte connotazione maschile, è lo stereotipo del sesso forte che incarna il desiderio: quello che dovrebbe esserci, quello che in questa vicenda prende forme inaspettate, quello che sottolinea la spinosa “differenza”. Il presentatore è l’interpretazione del destino che si compie, che sa già quale sarà il finale e che solo il protagonista è in grado di scorgere: Einar seduto su una sedia rotelle, aiutato da tutti i personaggi che si vestono di camice bianco e strumenti operatori, trasforma la morte in metamorfosi. Con struggente ironia e gusto impeccabile, Einar lascia dunque la scena a Lili che è finalmente pronta per il suo sfavillante Show.
Date
precedenti
23/02
2023
Ore
21.00
Gradisca d’Isonzo
Via Marziano Ciotti 1, Gradisca (GO)
Informazioni
a.ArtistiAssociati > Tel. 0481532317
Gorizia, via Carducci,71
dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17