I Mamuli del ’23

La vicenda si svolge nel 1951. Siamo in un’osteria di Grado ove l’ostessa, un vecchio pescatore e un maestro di scuola stanno commentando le notizie della guerra di Corea. Fa il suo ingresso un uomo ritornato nella cittadina dopo tanti  anni: riconosciuto il suo maestro, subito chiede informazioni di alcuni suoi coetanei e attraverso la rievocazione delle loro storie veniamo a sapere che sono morti in guerra.
Un alternarsi di gustosi quadretti in vernacolo, di momenti di particolare commozione coincidono con la lettura di alcune liriche in dialetto di Marchesan.

Lo spettacolo che debuttò 40 anni fa nel teatrino del Sans Souci in stagione di prosa, venne rappresentato successivamente a Trieste nella Sala Auditorium, al Teatro Verdi di Pordenone, al Teatro Goldoni di Venezia, dove ottenne il primo premio quale miglior testo teatrale nella “Rassegna di Teatro Veneto”, e al Teatro della Ginnastica di Gorizia.

Questo lavoro originale di Giovanni Marchesan Stiata, di cui Giorgio Amodeo e Tullio Svettini hanno curato  l’adattamento e la regia, è un’altra significativa produzione “in proprio” che il gruppo gradese da anni ha ormai intrapreso con successo, certamente superiore ai mezzi a disposizione, la strada del recupero delle tradizioni e della storia della comunità lagunare.