La fabbrica del tempo

Che cosa pensano i bambini guardando andare e tornare gli adulti dal lavoro ogni giorno? Forse si chiedono: perché continuano ad andarci se spesso sembrano tristi? Essere grandi non significa essere liberi di scegliere?

Due clown confliggono tra loro come nella vita si scontrano la dimensione umana e quella materiale, il desiderio e il dovere, il tempo interno e quello esterno, che procede inesorabile. Con una grande attenzione all’utilizzo del linguaggio del corpo in scena, lo spettatore viene condotto in un immaginario privo di risposte certe sulle mille situazioni che la vita propone ogni giorno.

Ispirato al linguaggio utilizzato nel cinema muto, lo spettacolo comunica temi complessi come la ricerca della felicità e delle risposte esistenziali attraverso la risata e la poesia.